ARTICOLI SULLA FILOSOFIA E I FILOSOFI

domenica 10 maggio 2009

Appunti di filosofia su Pascal

Appunti di filosofia su Pascal
Pascal
Le meraviglie del creato e tutto ciò che appartiene al nostro universo non provano per tutti l’esistenza di Dio, ma solo a chi già crede allora la natura appare come opera divina. Quindi razionalmente, l’esistenza di un creatore non è certa e chiara. Le prove metafisiche di Dio fanno giungere a un Dio puramente astratto, qualcosa di inutile e lontano dall’uomo.

La filosofia non riesce a spiegare la condizione dell’uomo nel mondo. L’uomo è compreso tra il nulla e il tutto, è un misto di essere e non essere; in relazione al sapere, l’uomo conosce e non conosce, si trova in una via di mezzo tra l’ignoranza assoluta e la scienza assoluta. Tutte le nostre capacità sono limitate da due estremi, ma i nostri sensi non percepiscono niente di estremo. L’uomo desidera la verità e la felicità, ma si trova impossibilitato a raggiungerle (desiderio frustrato). In lui vi è la vocazione naturale verso un ordine superiore di essere, e la stessa coscienza della propria miseria è già segno di grandezza. L’uomo si trova, dunque, in una situazione paradossale, nel quale si intrecciano miseria e grandezza. Questa paradossalità, secondo Pascal, non va negata, come hanno fatto i filosofi, ma affermata e difesa.

Secondo Pascal, l’unica vera filosofia è una sorta di meta-filosofia che unisce ragione e religione. Fra tutte le religioni, l’unica vera è quella cristiana, che riesce a spiegare la specifica condizione dell’uomo, con la dottrina dell “caduta”. L’uomo, infatti, non è come dovrebbe essere, quindi risulta privo di qualcosa che un giorno possedeva, non riesce ad adattarsi all’idea di non possederli più e quindi è tormentato dalla nostalgia.
Poiché l’esistenza di Dio non si può dimostrare, Pascal ritiene conveniente scommettere sull’esistenza di Dio: l’uomo ha questo interesse perché in caso di perdita perderà solo beni finiti, mentre in caso di vincita guadagnerà il bene infinito che è Dio.

Il senso della vita è il problema più importante e decisivo che l’uomo si deve porre.

Con il termine divertissement, Pascal intende l’oblio e lo stordimento di se nelle occupazioni e negli intrattenimenti sociali, quindi un modo per allontanarsi dal problema del senso della vita, della consapevolezza della nostra miseria e dai supremi interrogativi sulla vita e sulla morte. Pascal è convinto che la scienza abbia dei limiti: il primo è l’esperienza che circoscrive i poteri della ragione; il secondo è l’indimostrabilità dei primi principi; il terzo è la sua impotenza nei confronti dei problemi esistenziali.

Il cuore è quella comprensione istintiva di cui l’uomo si serve per cogliere i primi principi e le dimostrazioni e per captare gli aspetti più profondi dell’esistere. La contrapposizione tra ragione e cuore viene espressa dalla celebre coppia di spirito di geometria e spirito di finezza. Lo spirito di geometria è la ragione scientifica che ha come oggetto gli enti astratti della matematica e procede dimostrativamente; lo spirito di finezza ha per oggetto l’uomo e si fonda sul cuore, sul sentimento e sull’intuito.

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